Come essere più visibile su Google: sfruttare i People Also Asked
Questa è una storia di furti e inganni, di persone in cerca di risposte e di robot che decretano un vincitore basandosi su un acronimo che sa di imperativo: EEAT.
Non è un romanzo distopico ambientato in un futuro fantascientifico, parliamo di SEO e di alcune piccole tecniche, gratuite, che ti possono aiutare a essere più visibile su Google.
Il crawler (e gli utenti) non si ingannano.
Nel novembre 2023, l’imprenditore tech Jake Ward ha diffuso i risultati di quello che ha definito una “SEO heist” (rapina SEO).
SEO sta per Search Engine Optimization e include tutte quelle pratiche che possono rendere il tuo sito web più interessante per i motori di ricerca e, quindi, migliorarne il posizionamento nella pagina dei risultati.
Ma in che cosa consiste una SEO heist? Il piano di Jake era molto semplice, prevedeva soltanto questi tre passaggi:
- Ha preso la sitemap di un concorrente (la lista di tutte le pagine che compongono un sito web);
- Ha trasformato ognuna di quelle pagine in titoli per articoli di un blog;
- Ha usato questi titoli come prompt per l’intelligenza artificiale.
Così facendo, in poche ore si è trovato a disposizione 1.800 articoli.
Per un po’ ha anche funzionato, e le pagine del sito di Ward hanno ottenuto sempre più traffico. Non è andata avanti per molto, però: contenuti di scarsa qualità hanno, infatti, un bounce rate molto alto.
Con questo termine si intende la percentuale di utenti che, dopo pochi secondi, abbandona la pagina e il sito, evidentemente non soddisfatta del contenuto. Si tratta di un parametro a cui i motori di ricerca danno molto peso, dato che siti con un tasso di bounce molto elevato indicano la presenza di contenuti di scarsa qualità.
Google ha tutto l’interesse a comportarsi in questo modo, semplicemente perché se i suoi risultati iniziassero ad essere pieni di contenuti poco affidabili e imprecisi le persone smetterebbero di usarlo come motore di ricerca.
Questo ci porta al prossimo punto, che è la vera chiave per ottenere, in modo lecito, più traffico sul proprio sito internet. E cioè creare contenuti utili e interessanti per l’utente finale.
Prima, però, un’ultima segnalazione su quello che è successo in quel lasso di tempo in cui il sito di Ward ha ricevuto traffico. Ottenere tutto quel traffico, seppur per poco tempo, ha portato a qualche risultato?
No, perché contenuti di scarsa qualità vengono individuati e penalizzati dall’algoritmo, ma anche dalle persone: se non trovo le risposte a ciò che cerco vado da un’altra parte.
Contenuti prodotti in serie, al solo scopo di ingannare i motori di ricerca, finiscono per rivelarsi soltanto controproducenti.
EAAT: la ricetta di un grande contenuto
Quando si parla di SEO c’è solo una strategia che conduce a risultati certi e garantiti, ed è quella di creare contenuti di qualità.
Se ci pensiamo, i motori di ricerca ruotano attorno a quello: le persone li usano perché si aspettano di trovare le risposte migliori alle loro domande, Google vuole dare rilevanza ai contenuti che danno quelle risposte, così gli utenti continueranno a preferirlo ad altri motori di ricerca.
Chi comunica online non può che accettare le regole di questo gioco e provare a trarne vantaggio.
Non stupisce scoprire che il cheat sheet del gioco lo dà lo stesso Google. Come spesso accade, risponde ad un acronimo: EEAT, che sta per Expertise, Experience, Authoritativeness e Trustworthiness. Sono i quattro requisiti che un contenuto deve rispettare per riscontrare il favore degli utenti e, quindi, posizionarsi bene su Google.
Con Expertise si intende il grado di competenza che sai dimostrare quando parli di un determinato argomento. Significa fornire informazioni aggiornate, che fanno riferimento a fonti considerate affidabili; significa, anche, citare casi di studio ed esempi da portare a supporto delle proprie tesi.
Si tratta, insomma, di andare in profondità su un determinato argomento, quindi fornire un’analisi accurata e dettagliata che non si limiti a dare informazioni generiche e introduttive.
Experience è il più semplice ed è diretta conseguenza degli altri. In questo caso, si tratta di dimostrare che chi scrive ha una diretta conoscenza di ciò di cui parla. Oppure, una variante interessante può essere intervistare qualche esperto di un determinato argomento.
Authoritativeness è l’autorevolezza. Si dimostra, certo, pubblicando contenuti e dimostrando competenza e preparazione, ma anche con il contesto.
Richiede, infatti, una solida strategia di digital PR. Vuol dire collaborare con altri esperti del settore o influencers, creare contenuti che siano interessanti per altri media che potrebbero citarli come fonte, ma anche dare voce ai tuoi clienti mettendo in risalto le loro recensioni ai tuoi prodotti o servizi.
Infine, Trustworthiness significa che il tuo contenuto deve essere percepito come affidabile. Assicurati, quindi, di aggiornarlo quando necessario. Ma deve anche essere accessibile, ovvero fruito con facilità anche da mobile e da ogni dispositivo.
Rispondere ai bisogni della gente: ma quali sono?
Si è capito, quindi, che bisogna creare contenuti utili, pertinenti e che risultino utili agli utenti. Contenuti che, in breve, rispondano alle esigenze delle persone.
Ma come fare per capire quali sono? Un piccolo aiuto ce lo dà, di nuovo, lo stesso Google. E questa volta proprio nella ricerca.
È sufficiente mettersi nei panni dell’utente finale. Facciamo un esempio concreto con il tema di questo articolo: il posizionamento su Google. Poniamo di voler creare un contenuto su questo tema, ma come abbiamo detto vogliamo andare un po’ più in profondità di un semplice e generico articolo introduttivo sul tema.
Basterà cercare nella barra di ricerca “il posizionamento su Google” e, dopo i primissimi risultati, ci troveremo di fronte una sezione chiamata Le persone hanno chiesto anche. Qui Google ci dà un elenco delle domande più frequenti che riceve correlate a quello specifico tema. Ad esempio, per il posizionamento troviamo:
- Quanto costa il posizionamento su Google?
- Come funziona il posizionamento su Google?
- Come essere più visibile su Google?
- Come far salire il proprio sito su Google?
Sono quattro domande frequenti associate al tema principale che potrebbero benissimo essere quattro, diversi, contenuti. Rispondere a queste domande, seguendo le indicazioni che dà Google con l’acronimo EEAT, significa creare un contenuto utile, interessante e che risponde realmente ai bisogni delle persone.